Mjriam Sanò (Anaao): “Complicano l’organizzazione dei turni e non sempre sono specialisti in medicina d’urgenza”
Guadagnano fino a 96 euro l’ora e possono scegliere quanto e quando lavorare.
I medici a partita Iva, o medici a gettone, o medici di libera professione, sarebbero dovuti essere una soluzione temporanea all’emergenza Covid, sono diventati invece quasi ovunque fondamentali nei reparti ospedalieri più sguarniti.
Come i pronto soccorso: in quello del Santa Chiara di Trento, ad agosto, 2 medici su 3 sono gettonisti. E a pagarne il prezzo sono i colleghi strutturati, e cioè dipendenti, come sottolinea Mjriam Sanò, vicesegretaria in Trentino del sindacato Anaao.
Turni massacranti, scarsa possibilità di carriera e il rischio dietro l’angolo di cause legali contribuiscono al fuggi-fuggi dalla specializzazione in medicina d’urgenza. E così anche l’ultimo concorso per le nuove assunzioni, nel 2023, ha colmato solo le carenze a Rovereto.
Talvolta nemmeno i gettonisti in pronto soccorso sono medici d’emergenza, sebbene un bando di pochi giorni fa introduca requisiti un po’ più stringenti per ottenere l’incarico.
L’assessore alla Sanità della Provincia di Trento, Mario Tonina, confida in nuove leve dalla facoltà di Medicina. In assestamento di bilancio, intanto, 2 milioni e mezzo di euro serviranno per erogare un bonus biennale al personale, per tentare di rendere più attrattivo il settore sanitario in affanno.